Sabato 4 febbraio abbiamo tenuto una conferenza stampa presso la nostra sede con oggetto il pessimo stato dell’aria di Brescia e gli aggiornamenti relativi al caso INNSE-Cilindri.
I picchi di inquinamento atmosferico registrati a Brescia negli ultimi giorni impongono con sempre maggiore forza il tema delle misure da prendere per alleviare un problema anche sanitario che potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla qualità della vita dei nostri figli. Anche alla luce dei risultati dello studio MAPEC-LIFE, che evidenzia gli effetti tossici dell’esposizione a PM10, Legambiente Brescia chiede scelte molto più incisive e innovative, investimenti e un programma di promozione e educazione alla mobilità a piedi, ciclistica e con i mezzi pubblici.
Lo studio MAPEC-LIFE, finanziato dalla Comunità Europea e guidato dall’Università degli Studi di Brescia, ha rilevato e monitorato gli effetti cancerogeni degli inquinanti nell’aria sui bambini di età compresa fra 6 e 8 anni residenti nelle città di Brescia, Torino, Pisa, Perugia e Lecce.
Le conclusioni dell’analisi evidenziano la capacità della frazione ultrafine del particolato atmosferico (PM0,5) di indurre effetti tossici, mutageni e cancerogeni, se pur modesti, nelle cellule trattate in laboratorio.
L’effetto biologico precoce, evidenziato nelle cellule buccali dei bambini come presenza di micronuclei, è risultato essere associato, tra le altre cose, alla città: “i bambini di Brescia hanno mostrato l’effetto maggiore, seguiti da quelli di Pisa, Perugia, Torino e Lecce”.
Le conclusioni dello studio, condotto in una stagione invernale con PM10 medio pari a 45 μg/m3, non possono che essere considerate estremamente preoccupanti, se il valore medio di PM10 medio misurato a Brescia nel gennaio 2017 è stato pari a 55 μg/m3, e quello degli ultimi giorni di gennaio pari a 118 μg/m3.
È necessario inoltre che chi amministra la città e la Regione prenda atto della gravità della situazione e intraprenda finalmente una strada fatta di iniziative concrete e coerenti con
l’obiettivo (che tutti a parole condividono) della riduzione drastica dell’inquinamento atmosferico.
Il Protocollo Aria di Regione Lombardia è palesemente insufficiente e inefficace e, nonostante la sua “timidezza”, la Regione non lo ha reso automatico e obbligatorio. Così diversi Comuni non lo hanno neanche adottato e altri lo hanno fatto in colpevole ritardo e con una malcelata riluttanza.
Regione Lombardia dovrebbe applicare alle disposizioni carattere permanente, obbligatorietà e costanti verifiche per dispiegare qualche effetto.
Sul trasporto su strada si può e si deve fare sul serio, con misure emergenziali credibili e soprattutto con provvedimenti articolati e strutturali. Occorrono scelte molto più incisive e innovative, investimenti e un programma di promozione e educazione alla mobilità a piedi, ciclistica e con i mezzi pubblici. L’obiettivo finale deve essere un deciso cambiamento delle abitudini dei cittadini riguardo agli spostamenti in città, al momento troppo centrati sull’uso dell’automobile e troppo poco su trasporto pubblico, mobilità ciclistica e pedonale.
Legambiente ha proposto una serie di misure strutturali che chiediamo vengano finalmente fatte proprie dall’amministrazione comunale e regionale.
Proponiamo:
– blocchi del traffico o almeno targhe alterne per i giorni feriali e senza deroghe;
– applicazione automatica per tutti i periodi di inversione termica del limite di 80 km/h sulla tangenziale sud e di 110 km/h sulle autostrade;
– istituzione temporanea di aree di interdizione al traffico. Pensiamo, in particolare, a fasce di protezione attorno agli edifici scolastici – Area B, Area Bambino – vietando il parcheggio in prossimità delle entrate, favorendo la messa in pratica di pedibus e bicibus e dell’uso della bicicletta;
– controlli severi a presidio di tutte le misure emergenziali;
– sostituzione del polverino di carbone come combustibile nella centrale di via Lamarmora;
– una seria politica di sostegno e promozione della mobilità pedonale e ciclistica e in favore del trasporto pubblico.
Soprattutto, chiediamo un’accelerazione dell’iter di elaborazione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) e suoi contenuti coraggiosi. La sfida è cambiare gradualmente la Brescia attuale che, nonostante qualche passo in avanti negli ultimi anni, continua ad avere una ripartizione modale del tutto insoddisfacente.
L’obiettivo è proprio quello di migliorare la ripartizione modale del trasporto in città, che tra dieci anni, al 2026, dovrebbe veder scendere la quota degli spostamenti sistematici in auto al 50%, a vantaggio di una migliore fruibilità degli spazi urbani, di una mobilità più veloce ed efficiente, di minori incidenti ed emissioni nocive.
Per quanto riguarda invece il caso INNSE-Cilindri, la Provincia, in data 25.10.2016, aveva emesso ordinanza di diffida nei confronti della società a trasmettere entro 60 giorni una relazione tecnica con cronoprogramma degli interventi correttivi sollecitati da ARPA.
L’azienda ha effettivamente consegnato entro il termine una relazione,nella quale si impegna ad eseguire vari interventi correttivi, i più importanti dei quali entro l’estate 2017 o comunque entro la fine dell’anno. Si sono inoltre tenute due conferenze dei servizi, durante le quali le autorità competenti hanno fatto il punto della situazione, sia pure senza la partecipazione dei cittadini.
Si tratta di sviluppi certamente positivi, tuttavia non possiamo dimenticare i tentativi pregressi di negare l’esistenza del problema da parte dell’azienda e l’imperdonabile lunga disattenzione da parte delle autorità competenti. E’ per queste ragioni che abbiamo deciso di promuovere un esposto alla Procura della Repubblica, che ci risulta abbia aperto un faro sulla vicenda e stia acquisendo informazioni.
Chiediamo inoltre che ARPA e gli altri enti competenti:
- esercitino la vigilanza più rigorosa sul rispetto del cronoprogramma;
- accertino le condizioni ambientali della zona;
- informino tempestivamente i cittadini sull’evolvere della situazione.
Questa non è una vicenda di molestie olfattive. L’ARPA ha accertato gravi violazioni dei limiti alle emissioni industriali, secondo misure e proporzioni potenzialmente molto dannose per la salute. La priorità delle autorità competenti deve essere quella di ricondurre con ogni mezzo e con la massima celerità la situazione entro termini di legalità e sicurezza.
Qui sotto i due comunicati stampa:
ARIA: Comunicato stampa 04-02-2017
INNSE-Cilindri: comunicato stampa 4-2-2017