I cittadini stanno dando una buona prova di collaborazione e senso civico nell’affrontare il cambio di metodo di raccolta dei rifiuti. Il 2016 ha visto tre importanti progressi:
- la città ha riconosciuto i limiti del sistema cassonetto + incenerimento;
- il tema della separazione corretta degli scarti è stato riportato al centro dell’attenzione;
- si è registrato un incoraggiante aumento della quantità di rifiuti differenziati (circa 8mila tonnellate in più), ma la raccolta non è iniziata in tutti quartieri.
Tuttavia i dati provvisori diffusi per il 2016 confermano anche che i difetti congeniti del sistema misto comporteranno costi e sprechi che vanificano in buona parte l’impegno della cittadinanza.
Il successo dell’introduzione di un nuovo sistema di raccolta si misura soprattutto in termini di riduzione della quantità prodotta di rifiuti: grazie a prevenzione, riuso e riciclo, la quantità pro capite di rifiuti deve scendere, specialmente laddove il punto di partenza è particolarmente elevato, come a Brescia nel 2015 (quasi 700 kg/ab/anno).
Con il sistema misto applicato a 3/5 della città:
- la quantità prodotta di rifiuti non è diminuita significativamente rispetto al sistema precedente;
- la percentuale di rifiuti effettivamente avviati a riciclo (ignota ma presumibilmente pari al 40%) è salita solo marginalmente ed è ben lontana dagli obiettivi regionali (avvio a recupero di materia di almeno il 65% al 2020) ed europei
- il costo/ab. nel 2016 è cresciuto del 7% e per esempio è superiore a quello del porta a porta di Bergamo (che presenta ben altri risultati in termini di riduzione di rifiuti e RD, 65.5%).
La percentuale di RD: cresciuta di meno di 7 punti, quasi per metà grazie al verde (arrivato a 117 kg/ab/anno), la più bassa tra i capoluoghi lombardi (obiettivo: 65% nel 2020)
Inoltre, sono aumentati i disagi per i cittadini: i rifiuti abbandonati accanto ai cassonetti calottizzati sono tantissimi e in crescita, come accaduto in tutti i Comuni che hanno adottato questo sistema. Il gestore ha potenziato la raccolta dei rifiuti abbandonati nelle zone calottizzate, ma giocoforza riducendo le energie disponibili per le altre zone. Risultato: le zone non ancora raggiunte dal sistema misto hanno visto un deciso aumento della sporcizia e cassonetti visibilmente più pieni e svuotati meno frequentemente, anche per effetto di una consistente migrazione dei rifiuti tra le zone.
Le proposte di Legambiente:
- eliminare i green box e organizzare un servizio di raccolta domiciliare a contributo per la frazione vegetale;
- incremento del numero e promozione dell’accesso alle isole ecologiche;
- offrire una raccolta domiciliare «chiavi in mano» alle utenze condominiali;
- riorganizzare la raccolta domiciliare su più giorni e con un ruolo per le isole ecologiche molto più spinto;
- promuovere e incentivare il compostaggio domestico;
- attivare una più convincente campagna di educazione, a partire dalle scuole e dalle utenze collettive;
- eliminare i cassonetti stradali e puntare risolutamente alla raccolta porta a porta con tariffazione puntuale;
- aderire al protocollo dell’Associazione Comuni Virtuosi.
Le altre città grazie a porta a porta e tariffazione puntuale riducono sensibilmente produzione e costo dei rifiuti.
Brescia può e deve fare altrettanto!
Qui sotto il report completo presentato alla stampa nella conferenza stampa di oggi.
Leggi la versione integrale del documento – Brescia waste 2016