L’inquinamento atmosferico nell’area urbana di Brescia è la criticità ambientale con l’impatto di gran lunga più rilevante sulla salute: almeno 1000 morti premature/anno e consistenti eccessi di incidenza per numerose patologie in provincia a causa di particolato, O3, NO2 e altri inquinanti. Secondo numerose analisi internazionali e nazionali, ultimo il Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano dell’ISPRA, la nostra area urbana è tra quelle più esposte a questo allarmante fenomeno a livello italiano ed europeo. Le misure emergenziali previste su scala nazionale e locale sono inconcludenti e inadeguate, al punto che proprio per la situazione padana, di cui Brescia è tra i casi peggiori, la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria. È evidente come servano interventi permanenti e strutturali, con un approccio integrato e fatto di misure coerenti tra loro.
In queste settimane, come tutti gli anni in questo periodo, in regione e in città si dibatte sul problema dell’inquinamento dell’aria, e si discute sulle possibili azioni per porvi rimedio, come le limitazioni del traffico, lo spegnimento di una linea del termoutilizzatore, l’utilizzo a metano della centrale policombustibile A2A che invece continua a funzionare a carbone (in barba alle raccomandazioni internazionali sul superamento dei combustibili fossili e al pesante apporto di inquinanti rilasciati nell’aria ferma della pianura Padana).
Eppure, poco a nord di Brescia qualcosa si muove… ma in peggio!
La società DUFERCO, in data 10/12/2018, guarda caso poco prima della pausa natalizia, ha depositato al Ministero dell’Ambiente un’istanza per il rilascio del provvedimento di VIA per la realizzazione di una NUOVA CENTRALE TERMOELETTRICA.
L’avvio della procedura che prevede una fase di 60 giorni di pubblicità con la possibilità per i cittadini di presentare osservazioni in forma scritta per pec all’indirizzo DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it è passata sotto totale silenzio a Brescia.
Solo per caso il nostro Circolo è venuto a conoscenza del procedimento e questo è sicuramente di per sé un fatto grave: i cittadini non possono essere costretti a guardare quotidianamente i portali ufficiali per i procedimenti ambientali per verificare che non stia succedendo nulla contro la propria salute!
Anche dal titolo dell’istanza l’oggetto dell’intervento è tutt’altro che chiaro. Il titolo recita: “Impianto peaker per bilanciamento rete elettrica”… un titolo forse chiaro per gli addetti ai lavori ma non certo per i comuni cittadini che dovrebbero essere i primi destinatari (con coloro che li rappresentano nelle Istituzioni) della consultazione.
LA SINTESI DEL PROGETTO
DUFERCO è una multinazionale, con sede a Genova, che ha acquisito nel 2017 gli stabilimenti della Stefana SpA di Nave in dissesto finanziario.
Partendo dall’assunto che in Italia, in Lombardia e in particolare in Provincia di Brescia, le cosiddette FER (Fonti di Energia Rinnovabile) stanno acquistando una sempre maggiore fetta di mercato e che in pochi anni la potenza installata iscrivibile ad impianti termoelettrici si è ridotta drasticamente – da 77 GW nel 2012 a 57 GW nel 2017 –, e che molte delle centrali residue – di grosse dimensioni e con bassi rendimenti – non riescono a tamponare i possibili cali di produzione da parte delle FER (mancanza di sole, vento, blocco dell’idroelettrico), DUFERCO propone la realizzazione di una centrale “snella” in grado in poco tempo di attivarsi e garantire i cali di energia in rete.
La centrale verrebbe realizzata nell’ambito del perimetro dell’ex stabilimento Stefana di Nave abbattendo parte di un capannone non utilizzato collocato fra la fabbrica e il monte Maddalena.
Il progetto proposto prevede la collocazione di due generatori di nuova generazione TurboGas da 65 MWelettrici l’uno per un totale di 130 Mwe in grado di produrre quale energia “di scarto” 300 MW termici.
Giusto per dare un’idea di cosa si stia parlando, ricordiamo che il termoutilizzatore di Brescia ha una potenza di 84,4 Mwe e 160 MWt e la policombustibile di A2A di 75 Mwe e 365 MWt.
Stiamo parlando di una centrale in grado, da sola, di riscaldare e illuminare una città di medie dimensioni!
L’EFFETTO SULL’ARIA
Dallo Studio d’Impatto Atmosferico prodotto da DUFERCO apprendiamo che da ognuno dei 2 camini alti 25 m potrebbero uscire ogni ora 450.000 mc di fumi (900.000 mc in totale) contenenti 59 tonnellate di CO2 (per un totale quindi di 118 t).
I 450.000 mc di fumi conterrebbero 13,5 kg di NOX e 2,25 kg di NH3 (entrambi precursori delle polveri sottili) oltre a 13,5 kg di CO.
Anche considerando che DUFERCO garantisce l’installazione di meccanismi di abbattimento degli inquinanti (che ovviamente hanno un costo d’installazione e di gestione) in grado di ridurre del 50% le emissioni, la quantità totale prodotta dai due gruppi torna comunque a essere quella sopra esposta per un solo gruppo.
I DUBBI DI LEGAMBIENTE
Sul progetto proposto Legambiente ha dubbi sia di carattere generale sia specifici.
DUBBI GENERALI
Se sono vere le considerazioni espresse da DUFERCO circa la necessità di garantire l’energia necessaria al “sistema Paese”, svincolandola dalla relativa imprevedibilità della produzione da parte delle fonti rinnovabili, riteniamo che questo obiettivo non possa riguardare l’iniziativa di un privato, ma che debbano essere effettuate valutazioni strategiche nazionali.
Le smart grid e gli accumulatori di energia avranno un ruolo fondamentale nel futuro prossimo di tutte le società tecnologicamente avanzate.
Prima d’incrementare la potenza appoggiandosi ancora all’utilizzo di energie fossili è indispensabile la predisposizione di un piano energetico nazionale fortemente incentrato sul risparmio energetico, sulla rinnovabilità delle fonti e sulla riduzione delle emissioni climalteranti.
Da un punto di vista strategico riteniamo sia più sensata la trasformazione delle centrali termoelettriche più obsolete esistenti, prediligendo una riduzione delle potenze installate e favorendo il massimo rendimento e la flessibilità d’intervento.
È fuorviante pensare che la Lombardia – che paga già un notevole prezzo per le avverse condizioni climatiche e per l’enorme concentrazione, rispetto al resto del Paese, di attività produttive inquinanti e quindi di necessità di trasporto – diventi autosufficiente anche nella produzione dell’energia necessaria!
DUBBI SPECIFICI
Energia termica sprecata
La centrale, non essendo collegata a una rete di teleriscaldamento, disperderà nell’aria una energia termica di 300 MWh per ogni ora di funzionamento quale sottoprodotto del processo.
Per dare un’idea, questa energia è l’equivalente di quella necessaria per riscaldare per un’ora 60.000 appartamenti non particolarmente coibentati. E puramente additiva rispetto alle emissioni da produzione di energia attuali nell’area. Con i trend degli ultimi anni sarebbe un funzionamento prevalentemente estivo, quando è maggiore la richiesta di energia elettrica. Ma in estate nell’area di Brescia c’è un serio problema di inquinamento da ozono secondario, grave al pari del particolato invernale.
È evidente come tale spreco non possa essere compatibile in un sistema energetico virtuoso che deve puntare sulla massima riduzione delle perdite di energia da fonte non rinnovabile.
L’inquinamento dell’aria
Lo Studio d’Impatto Atmosferico prodotto da DUFERCO si basa su dati di dispersione degli inquinanti non correttamente ricavati da analisi sul posto che tengano conto della particolare collocazione della conca in cui sorge il Comune di Nave, sostanzialmente orientata su un asse est-ovest al contrario delle principali valli alpine e prealpine con orientamento nord-sud.
Per la stima della qualità dell’aria sono state prese come riferimento le centraline di Sarezzo e di Brescia (Broletto e via Turati). Lo studio di ricaduta delle emissioni considera solo inquinanti primari e non anche i secondari: quindi conclude agilmente che l’impatto per CO e NH è trascurabile. Per gli NOx stima un incremento di 75 microgrammi/mc su base oraria (nota che il limite orario applicabile per la qualità dell’aria ambiente è 200 microgrammi/mc). Siamo convinti si tratti di un’analisi distorta e lacunosa.
Per i dati meteo, soprattutto per lo studio dei venti sono state prese come riferimento le stazioni meteo di Bione, Brescia (via Ziziola), Corzano, Padenghe (Puegnago), Sarezzo (Fonte e Minelli).
Non è difficile intuire come, per l’orografia dei luoghi, l’ipotesi conclusiva che prevede che i fumi all’uscita dal camino vengano “dirottati” lontano dal centro abitato in direzione delle pendici del monte Maddalena sia un’ipotesi del tutto aleatoria se non confortata da misurazioni sul posto.
Basta del resto risalire con la memoria agli anni ’60 e ’70 quando, a causa delle emissioni delle ferriere presenti sul territorio, il Comune di Nave risultava perennemente immerso in una nuvola di fumo.
È altrettanto facile immaginare come questa massa di fumi (900.000 mc all’ora) si riversi verso sud investendo la città di Brescia che di tutto ha bisogno tranne di nuovi inquinanti nella propria aria!
COSA CHIEDIAMO
Con la presente conferenza stampa intendiamo attirare l’attenzione di istituzioni e cittadini su questa iniziativa di DUFERCO che può incidere pesantemente, ancora di più, sulla negativa qualità dell’aria in Brescia e nel suo hinterland. È semplicemente assurdo proporre una centrale elettrica a combustione in un’area fortemente critica per la qualità dell’aria!
Facciamo appello al Presidente della Provincia, ai Sindaci della zona, alle associazioni e ai cittadini perché si mobilitino e il progetto non venga autorizzato: non possiamo tollerare nuove emissioni nocive nella nostra aria!
FERMIAMO LA CENTRALE!
Per informazioni o richieste scrivere a legambientebrescia@gmail.com
FERMIAMO LA CENTRALE
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chiedo a lega ambiente di pubblicizzare il fatto alle tivù locali, nazionali, ai cittadini.
Dobbiamo fermarli.
E’ ora di dire BASTA all’inquinamento!!!
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