Legambiente contro la sentenza del TAR sulla variante al PGT del Comune di Brescia

La recente sentenza del TAR di Brescia in merito al ricorso di un privato contro la variante del PGT approvata nel 2016 riapre prepotentemente il dibattito sulla questione del consumo di suolo.

All’approvazione della variante il Circolo di Brescia di Legambiente aveva espresso la propria critica nei confronti dell’Amministrazione che, pur avendo mostrato una positiva inversione di tendenza riguardo al consumo di suolo, non aveva saputo concretizzarla coerentemente nelle scelte adottate.

Ora apprendiamo addirittura che il TAR di Brescia, complice la legge regionale 31/14 sul consumo di territorio, annulla alcune delle già “timide” proposte del piano.

Fin dalla pubblicazione della LR 31/14 si era chiaramente capito che il “consumo zero di suolo” era solo un titolo di facciata, ben lontano dal vero spirito della legge: una vera e propria sanatoria a tutela degli interessi speculativi.

La conferma giunge ora dalla sentenza del TAR che, paradossalmente, annulla una scelta di inedificabilità, proprio in applicazione della norma che dovrebbe garantire il consumo zero di suolo.

Inutile sottolineare la gravità del precedente che si viene a creare con questa sentenza che apre la strada a innumerevoli casi analoghi (non solo a Brescia).

Senza entrare nel dettaglio tecnico appare comunque chiaro che la sentenza evidenzia anche l’incongruenza della situazione e prefigura i passaggi successivi che l’Amministrazione potrebbe compiere per confermare le proprie scelte.

Al di là del caso specifico appare comunque ben chiaro che qualsiasi politica di tutela ambientale che preveda l’azzeramento del consumo di suolo è tutt’ora destinata ad incontrare ostacoli di ogni genere, dai soliti interessi speculativi alla cavillosità di norme fittizie create “ad hoc” per aggirare il problema.

Tutti i livelli politici, dal nazionale al regionale e al locale, si proclamano tutori dell’ambiente e fautori del risparmio di suolo, salvo venir meno all’atto concreto delle scelte e della legislazione.

Restando in ambito locale possiamo solo tristemente constatare che anche a Brescia il consumo di suolo continua inarrestato, solo rallentato dalle difficoltà generate dalla crisi economica.

Alcuni esempi:

  • Centro intermodale Italgros all’interno del Parco delle Cave
  • RSA Faustini sempre nel Parco delle Cave
  • Terreni Passerini nel Parco agricolo di San Polo, oggetto della sentenza del TAR
  • Area di via Riccobelli, per la quale è tutt’altro che risolto il contenzioso in atto coi proprietari
  • Area del pescheto Santini in via dell’Arsenale, per la quale l’Amministrazione ha adottato a dicembre un piano attuativo che conferma le scelte del PGT Paroli in contrasto con quanto stabilito dalla recente variante che ne tutelava la conservazione a verde. Il tutto in nome di accordi pregressi e nel timore di possibili contenziosi legali.

Alla luce dei fatti la domanda iniziale è d’obbligo: ma il consumo zero di territorio è davvero un’utopia?

Il Circolo di Brescia, appoggiato da tutta Legambiente, ritiene che non sia un’utopia e continuerà a svolgere ogni azione possibile per favorire il raggiungimento dell’obiettivo che ritiene fondamentale e irrinunciabile.

Di seguito i comunicati del Circolo di Legambiente Brescia e di Legambiente Lombardia.

Comunicato Legambiente Lombardia relativo la sentenza del TAR sul PGT Brescia

Commento sentenza TAR – Legambiente Brescia


Lascia un commento